“Ho sempre fatto attività sportiva”
Nome: | Hartmann Stampfer |
Etá: | 58 anni |
Altezza: | 186 cm |
Peso: | 93 kg |
Stato: | sposato con Johanna, 2 figli adulti: Matthias e Lukas |
Residente: | Fiè, Alto Adige, Italia, Europa |
Professione: | tecnico telecomando sulla ferrovia |
Hobby: | corsa; conoscere nuovo paese e la sua gente; alpinismo |
Motto: | Vivere oggi e non si prevede quello che forse sarà tra 20 anni |
Amici: | ci sono alcuni, per quanto tempo è la domanda |
Conoscenti: | ci sono sempre più |
Speciale: | Corro ogni maratona e ultramaratona solo una volta |
Maratone: | Ho bisogno di: numero di partenza, medaglia, il certificato e la lista dei risultati. |
Già a 15 anni mi trovavo da solo in viaggio con la bici da corsa, in giro per diversi paesi. Negli anni 80 ho iniziato con il ciclismo professionale. In quel periodo ho percorso sui 10.000 chilometri all’anno. Ho collezionato anche alcuni successi come Campione Provinciale e Regionale della mia categoria. Forse la mia vita da vagabondo viene da quegli anni passati.
Negli anni 90 era ora di occuparmi della mia famiglia. Comunque ho trovato sempre il tempo di fare sport per divertimento; sci di fondo in inverno e andare in bici in estate.
Nel 2000 ho avuto il mio primo grave incidente ciclistico. Così ho incominciato a correre. Quello che avrebbe dovuto essere solo uno sport alternativo alla bici, pian piano si è trasformato in passione.
Ho incominciato con le corse brevi, cercando di completarle in meno tempo possibile. Le distanze e così anche gli allenamenti iniziarono ad allungarsi. Il primo hanno sorsero diversi problemi muscolari, da ricondurre al cambio da uno sport ciclistico alla corsa.
"Dopo un anno volevo finalmente correre una maratona."
Oggi dico due anni troppo presto. Ma come si dice: dopo siamo tutti più furbi.
La prima maratona era condizionata dal nervosimo e dall’ignoto, a che cosa vado incontro. Comunque ho completato in modo soddisfacente. Dopo la gara ho ripagato con un’infiammazione al tendine d’achille. I prossimi 18 mesi non riuscivo a correre senza dolore, così l’unica cosa da fare era di correre un’altra maratona. Obbiettivo: il traguardo.
Adesso volevo ritornare a correre più velocemente e di riuscire a fare di più. Mi facevo troppa pressione e continuavo a fare allenamenti ancora più intensivi.
Ma questo non poteva essere il mio obiettivo. Già come ciclista dovevo rendere al massimo era questo che volevo?
La maratona è già una sfida per sé. Così ho avuto una nuova idea, correre 100 maratone, tutte diverse, cercare di correrle in tutti i paesi dell’Europa.
Ho cercato anche di trovare maratone un pò stravaganti: con pochi partecipanti – partenza a mezzanotte – gare invernali – gare in palestra – in una miniera – in un tunnel – su isole – in un carcere – sulla spiaggia – maratone per piú giorni consecutivi – in squadra e tante altre ancora.
Grazie a questa varietà che il mondo della maratona offre, non è difficile continuare a far crescere questo progetto. La maratona è diventata un’occasione per me di visitare nuove città, esplorare nuovi paesi e di conoscere nuove persone e culture diverse.